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FORMIDABILI AMICI
(UNE EPOQUE FORMIDABLE)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 26 gennaio 1992
 
di Gérard Jugnot, con Gérard Jugnot, Richard Bohringer, Victoria Abril (Francia, 1991)
Quasi un Fantozzi transalpino, derelitto imbranato e discretamente masochista, il personaggio dell'attore-caratterista Gérard Jugnot (uno dei tanti esuli del mondo fertile del caffè-teatro parigino) non può non marcare profondamente questo film che Jugnot interpreta, ma dirige anche di persona.

Un film che comincia malissimo, e cioè con un sogno: che è da sempre un procedimento cinematografico quasi immancabilmente alla salvi-chi-può, un mezzo per venirne fuori quando uno non sa più tanto che pesci pigliare, formalmente e quindi ideologicamente ambiguo, comunque foriero il più delle volte di plateali pasticci. Questo, oltre tutto, è un sogno filmato con pachidermica sottigliezza: primissimi piani, focali corte, effetti deformanti, suoni e versacci stranianti, un gruppetto di borghesi cittadini imbarcati su uno yacht s'impigliano negli attrezzi ed inciampano nei cerati impermeabili gialli prima di finire in acqua, per scomparire negli abissi di non si capisce bene quale significato esistenziale o metafisico.

Oppure si: visto che nella sequenza che segue il risveglio in vasca da bagno, di un altra discesa agli inferni sembra trattarsi. Il nostro Fantozzi, dirigente di una fabbrica di materazzi ed affini, cade in disgrazia e dapprima cerca di nasconderlo alla moglie cha fa la hostess a Roissy. Poi, in una sorta di cammino iniziatico, scappa di casa, scende progressivamente i gradini della scala sociale in un seguito di disavventure tragicomiche, fino a ritrovarsi sotto i ponti perfettamente clochardizzato anche se non esattamente disperato.

Dopo aver proclamato per anni che un film è come il giorno che si giudica dal mattino, e che cioè bastano le prime immagini a farci capire i che pasta sia fatta una pellicola, occorre riconoscere che in UNE EPOQUE FORMIDABLE succede proprio il contrario. Caustico - nelle pieghe della progressione drammatica come nei dialoghi - anche se non proprio geniale ed originale - nelle situazioni e nella tipologia dei personaggi - il film prende quota: come in un Risi di vent'anni dopo - e proprio come il suo protagonista - sembra voler affrontare ogni sorta di cattiverie. Ricercare, come in una specie di volontà di espiazione, una via d'uscita da quelli che sono gli schemi risaputi, e quasi sempre disonestamente edulcorati delle cosiddetta commedia brillante.


   Il film in Internet (Google)

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